Io accetto totalmente l'essere umano, così com'è, perchè solo in questo modo si può trasformare.
Certo, io ti accetto così come sei, ma il mio accettarti non significa che devi rimanere come sei: la mia accettazione significa che comunque tu sia, io ti rispetto, ti amo....

Io sto tentando un metodo totalmente diverso. Ti accetto così come sei, ma questo non significa che voglio che tu rimanga come sei. Ti amo come sei, ma ti amo perchè in te hai un enorme potenziale, una possibilità infinita di crescita: basta solo un piccolo sforzo, e puoi diventare luce per te stesso. (Osho)

martedì 17 settembre 2013

Lasciando in bocca un retrogusto di amara tristezza.....

TI HO VISTA SUL TRENO DELLA LINEA Q DI BROOKLYN DIRETTO A MANHATTAN. IO INDOSSAVO UNA MAGLIETTA A RIGHE BLU E UN PAIO DI PANTALONI MARRONE ROSSICCIO. TU INDOSSAVI UNA GONNA VINTAGE ROSSA E UN’ELEGANTE CAMICETTA BIANCA. ENTRAMBI PORTAVAMO GLI OCCHIALI. IMMAGINO CHE LI PORTIAMO ANCORA ADESSO.



Tu sei salita a DeKalb, ti sei seduta di fronte a me e ci siamo guardati negli occhi, per poco tempo. Mi sono innamorato un po’ di te, in quel modo stupido di quando immagini una persona diversa da quella che stai guardando. E ti innamori di lei. Tuttavia, credo ancora che in fondo ci fosse davvero qualcosa.

Ci siamo guardati parecchie volte. Poi abbiamo distolto entrambi lo sguardo. Ho provato a immaginare qualcosa da dirti  -  forse fare finta di non sapere dove eravamo diretti e chiederti indicazioni, oppure dire qualcosa di carino sui tuoi orecchini a forma di stivale, o semplicemente “che caldo!”. Ma mi sembrava così banale.

A un certo punto ti ho sorpreso mentre mi osservavi. E tu hai distolto immediatamente lo sguardo. Hai tirato fuori un libro dalla borsa e hai iniziato a leggerlo  -  una biografia di Lyndon Johnson  – , ma mi sono accorto che non hai girato pagina neppure una volta.

Dovevo scendere a Union Square, ma a Union Square ho deciso di restare a bordo. Ho pensato che avrei potuto prendere la Linea 7 scendendo alla 42esima Strada, ma poi non sono sceso neppure alla 42esima. Anche tu devi aver saltato la tua fermata, perché siamo finiti entrambi al capolinea di Ditmars. Qui siamo rimasti seduti, tutti e due, in attesa.

Ho inclinato la testa verso di te con curiosità. Tu ti sei stretta nelle spalle e hai tenuto in mano il libro, come se il motivo fosse quello. Ma non ho detto niente. Abbiamo ricominciato il tragitto all’incontrario  -  giù lungo Astoria, attraverso l’East River, spostandoci attraverso Midtown, da Times Square a Herald Square a Union Square, passando sotto SoHo e Chinatown, transitando sul ponte e tornando a Brooklyn, superando Barclays e Prospect Park, e ancora Flatbush e Midwood e Sheepshead Bay, fino in fondo a Coney Island. E arrivati a Coney Island, sapevo che dovevo dire qualcosa.

Ma non ho detto niente. Così siamo ripartiti di nuovo. Abbiamo fatto su e giù lungo la linea Q, tante tante volte. C’era folla nell’ora di punta, poi non più. Abbiamo visto il sole tramontare su Manhattan mentre attraversavamo l’East River. Mi sono dato delle scadenze: adesso le parlo prima di arrivare a Newkirk; anzi, no, prima di Canal. Invece sono rimasto zitto.

Per mesi siamo rimasti seduti nel vagone, senza dirci niente. Siamo sopravvissuti grazie a sacchetti di caramelle Skittles venduteci da alcuni ragazzini per finanziare le loro squadre di basket. Forse in treno abbiamo ascoltato un milione di musicisti di mariachi, e per poco non siamo stati presi a calci in faccia da centinaia di migliaia di ballerini di break dance. Ho fatto l’elemosina fino a restare senza banconote da un dollaro. Quando il treno risaliva in superficie ricevevo sms e messaggi vocali (“Dove sei? Che cosa ti è successo? Stai bene?”), fino a quando la batteria del mio cellulare si è spenta.

Le parlerò prima dell’alba. Le parlerò prima di martedì. Più aspettavo, più diventava difficile. Che cosa avrei mai potuto dirti a quel punto, mentre superavamo quella stazione per la centesima volta? Forse, se fossimo ritornati alla prima volta in cui la linea Q aveva cambiato tragitto sulla linea locale R del weekend, avrei potuto dire: “Così non va bene “. Ma ormai non potevo più dirlo, vero? Mi prenderei a calci da solo per giorni interi se penso a quante volte hai starnutito: perché non ti ho detto: “Salute!”? Quella semplice parolina sarebbe stata sufficiente a farci immergere in una conversazione. E invece siamo rimasti seduti in quell’insulso silenzio.

Ci sono state serate in cui eravamo le uniche due anime a bordo di quella carrozza, forse di tutto il treno, e anche in quel caso mi sono imbarazzato all’idea di disturbarti. Sta leggendo il suo libro, pensavo, non
vuole comunicare con me. Tuttavia, ci sono stati momenti in cui ho avvertito un legame. È capitato che qualcuno gridasse qualcosa di folle su Gesù e noi ci siamo subito guardati, come per registrare le reazioni dell’altro. Una coppia di adolescenti è scesa, tenendosi per mano, ed entrambi probabilmente abbiamo pensato: L’Amore dei Giovani.

Per sessant’anni siamo rimasti seduti su quella carrozza, fingendo a malapena di non notarci a vicenda. Alla fine ti ho conosciuta così bene, seppur superficialmente. Ho memorizzato le pieghe del tuo corpo, i contorni del tuo volto, il tuo respiro. Una volta ti ho visto piangere, dopo aver dato un’occhiata al giornale di un vicino. Mi sono chiesto se tu stessi piangendo per qualcosa di specifico o soltanto per il passare del tempo in genere, impercettibile e all’improvviso percettibile. Volevo darti conforto, avvolgerti nelle mie braccia, rassicurarti, dirti che sarebbe andato tutto bene, ma mi sembrava troppo sfacciato. E così sono rimasto incollato al mio posto.
Un giorno, a metà pomeriggio, ti sei alzata mentre il treno entrava nella stazione di Queensboro Plaza. Il solo alzarti in piedi ti è risultato difficile. Non lo facevi da sessant’anni.

Reggendoti ai corrimano, sei riuscita ad arrivare fino alla porta. Hai esitato un po’, forse aspettando che io ti dicessi qualcosa, dandomi un’ultima possibilità di fermarti. Ma, invece di liberare le mie pseudo-conversazioni soffocate per una vita intera, sono rimasto in silenzio. E ti ho visto scivolare via tra le porte scorrevoli.

Solo dopo alcune fermate mi sono reso conto che te ne eri andata davvero. Ho aspettato che tu risalissi in metro, per sederti accanto a me e appoggiare la testa sulla mia spalla. Senza dire nulla. Non era necessario. 

Quando il treno è tornato a Queensboro Plaza, mi sono sporto. Forse eri lì, in banchina, ancora in attesa.
Forse ti avrei visto, sorridente e radiosa, con i lunghi capelli grigi agitati dal vento del treno in arrivo.

Invece no. Eri andata via. E allora ho capito che molto probabilmente non ti avrei più rivista. E ho pensato a quanto è incredibile poter conoscere qualcuno per sessant’anni e malgrado ciò non conoscere per niente quella persona.

Sono rimasto a bordo finché non sono arrivato a Union Square. Sono sceso e ho preso la linea L.
Traduzione di Anna Bissanti



....ultimamente scopro sempre di più che, nonostante ci siano donne interessanti che incontrano uomini interessanti , questi ultimi non si soffermano a conoscerle, nonostante sappiano di avere di fronte una donna che li incuriosisce e li affascina, e lo fanno per svariati motivi: momento sbagliato, troppi impegni, i "vorrei ma....non posso" di una vita lasciata sospesa, senza darsi la possibilità di approfondire una sensazione e permettere anche ad un'amicizia (non necessariamente l'amore di una vita) di nascere....

dunque la sensazione che mi ha dato questo brano, che tra l'altro mi è piaciuto tantissimo, è appunto l'importanza di soffermarsi sui rapporti umani che sono sicuramente la cosa più importante della vita....

La cosa bellissima è appunto il fatto che lui la descriva benissimo....vuol dire che è rimasto a guardarla, guardarla, osservare ogni suo movimento, ogni gesto....ma non ha mai detto niente....e questo è davvero un peccato....

Forse non sarebbe stata una storia d'amore, magari si sarebbero conosciuti e lasciati nel giro di due settimane, magari si sarebbero anche odiati e lui l'avrebbe lasciata tra le lacrime mentre lei gli diceva "sei un cinico senza cuore"....ma vale davvero la pena non provare a conoscere qualcuno e restare invece con tanti ricordi, desideri, fantasie e solo per la paura di rovinare tutto?? 

....non è forse meglio aver amato e perduto che non aver amato mai....??

"Reggendoti ai corrimano, sei riuscita ad arrivare fino alla porta. Hai esitato un po’, forse aspettando che io ti dicessi qualcosa, dandomi un’ultima possibilità di fermarti. Ma, invece di liberare le mie pseudo-conversazioni soffocate per una vita intera, sono rimasto in silenzio. E ti ho visto scivolare via tra le porte scorrevoli."

in quel "forse aspettando che io ti dicessi qualcosa, dandomi un'ultima possibilità di fermarti" c'è tutto un mondo.....

venerdì 30 agosto 2013

Lasciate ogni speranza .... o almeno una foto....

Mi chiedo se a volte non sarebbe meglio stare fermi e non fare nulla....
potresti esprimere con un gesto un sentimento, una sensazione, un po' di felicità, ma a volte è meglio non fare nulla....ogni parola, ogni gesto, ogni sensazione potrebbe venire fraintesa, riveduta e corretta, riscritta per l'occasione e diventare un cartello di divieto, un segnale di pericolo, una scritta rossa su sfondo bianco: lasciate ogni speranza o voi ch'entrate....
Scritto sulla porta del cuore.





L' organo vitale per eccellenza, al quale viene dato inoltre l'arduo compito di custodire sentimenti e segreti, un organo capace di cambiare il ritmo insieme alle emozioni, alla voglia o meno di mangiare, dormire, parlare, spesso purtroppo anche vivere.

Cuori che per timore di venire fraintesi restano inespressi, cuori che non raccontano storie perchè non vogliono essere presi in giro, cuori che non smettono di battere ma quel ritmo è uguale, ogni giorno, incessante ma senza alterazioni, senza picchi, senza emozioni...

Quello che mi fa più paura del vivere è il passare attraverso la vita senza sentirla. Senza che questa lasci un segno del suo passaggio sulla superficie dei miei giorni. 
Non sono una persona che lascia inespresse le emozioni, ma sono una persona che soffre quando questi gesti, queste parole, vengono fraintesi, o peggio non ascoltati, lasciati cadere, come un sasso in un pozzo, così profondo da non sentire nemmeno il fruscio dell'acqua che si sposta...silenzio....immobile....immutato....fermo....tutto che resta come congelato, ghiacciato come in una notte di brina ma senza sonno...senti piano piano la pelle che si raffredda, e poi i muscoli e il sangue infine, che non pulsa più, è freddo come tutto, intorno....

Certo ancora peggio di un cuore inespresso è la ricerca costante di attenzione.
Guardarsi intorno e scodinzolare.


Cercare l'approvazione nello sguardo del prossimo, qualsiasi prossimo, rendendo vana la ricerca, rendendo vane le parole, rendendo vano il sacrificio.
Sacrificio che è il non dedicare attenzione alle giuste cose, alle giuste persone, il non fermarsi a chiedere "come va?" per paura di iniziare un discorso che ci porterà poi a perdere di vista quelle persone per cui sarebbe stato così importante scodinzolare. sono cinica lo so.
Delle volte mi accorgo che a parlare è un cuore ferito, un orgoglio tradito, una voce inespressa.


Mi chiedo perchè ci debba essere tutta questa paura di dire, fare, guardare, parlare, cosa siamo noi se non persone che si relazionano inevitabilmente ad altre persone per creare un universo intero, di emozioni, paure, sentimenti, parole...e invece niente....silenzio....un silenzio rotto solo dal canto dei grilli, quelli sì che non hanno problemi, il loro tempo è quasi finito, sanno che è arrivata l'ora di morire, sanno che ogni secondo è importante per dire, urlare, sentire, cantare.....ma noi non siamo grilli....la nostra stagione non finisce a Settembre, ogni giorno è un giorno importante per vivere la vita provandola addosso secondo per secondo, senza aver paura di dire, fare, baciare....tanto domani è comunque un altro giorno, che importanza può avere se sbagliamo? sbagliano solo quelli che fanno, chi resta a guardare non sbaglia di certo, ma nessuna foto accompagnerà il suo album dei ricordi...

domenica 18 agosto 2013

La "vuotitudine" in una notte di mezza luna....

La vuotitudine....
non esattamente il vuoto dentro, bensì un senso di vuotitudine ....come tradurre letteralmente dall'inglese emptiness, la vuotitudine appunto.




Forse era stato quello sfilare davanti a loro di branchi di umani senza meta e senza anima, racchiusi nei loro vestitini firmati, nelle scarpe alla moda e nei finti modi frikkettoni ma estremamente ricercati, o forse solo il realizzare che alla fine dei conti poco era cambiato tra loro, che la relazione aveva dato origine ad un nuovo sentimento, il quale però si fondava sulle stesse solide strutture dell'orgoglio e della sciocca razionalità esasperata, di quella logica tirata a lucido per affrontare la filosofia alcolica delle quattro del mattino in piazza. 

Quella che poi alla fine litighi per forza, perchè stai discutendo con te stesso e non vuoi vedere quello che, evidentemente, l'altro tira fuori.


Le paure e i disagi, l'ammettere che in fondo siamo umani terrorizzati dalla solitudine ultima ed estrema dei rapporti venuti a mancare o mai iniziati per la troppa sincerità o per la troppa assenza di comprensione. 

"Qualunque sia la mia scelta, è comunque sbagliata...." 
ed è tutta colpa di questa umanità fatta di autoreferenzialità ed egocentrismo, tutta colpa di questa ricerca di santità a tutti i costi..."non sia mai che il mondo ci etichetti come egoisti, menefreghisti, insensibili....e anche un po' cinici" .... però che palle!!! "Ma non sarebbe bello a volte poter dire tutto quello che si pensa, senza curarsi delle conseguenze??....o forse no???"

L'umana umanità ci osserva e ci giudica senza giudizio, ci dice come comportarci, ma senza dire nulla, in silenzio con gli occhi rivolti verso di noi...."non vogliamo mica sembrare autoritari, conflittuali e cattivi..." ma il più delle volte lo siamo e siamo soprattutto sfiduciati nei confronti del prossimo...."potrà forse capire come mi sento? si accorgerà di come sto? avrà sentore della mia malinconia?" .... ma tutto ciò è così lievemente sussurrato che non sfiora neppure il pensiero, figurarsi le labbra....e resta lì, sospeso, tra una lacrima e un singhiozzo strozzato in gola alla luce della luna...."esco o non esco? vado o non vado? ...vado???...ma poi, torno..." solo perchè la notte di mezza estate è diventata improvvisamente fredda e triste e le lacrime rigano il viso e il cuore  "sai, non ho nessuno con cui condividere la notte, nessuno che in silenzio resti ad abbracciarmi..." 
Si.
Prima o poi se ne vanno tutti, è solo una questione di tempo.... è possibile che niente sia abbastanza per trattenerli. 


A volte si prova tutto perchè magari niente funziona, ma alla fine si resta ad aspettare e la porta rimane inevitabilmente chiusa.... "dai, restiamo qui, protetti al caldo, in silenzio senza parlare..." ed è quando il tempo passa inesorabile che guardando indietro non vediamo più sorrisi ed estati, solo silenzi ed inverni...

"ma il tempo è troppo breve per essere dilatato..."
" .... sssshhhhh.....guarda la luna, luminosa e bella, anche da sola in cielo, indispensabile, sorridente, sincera, non ha bisogno di spiegare la sua esistenza....è sicuramente fatta di formaggio, si può vedere ad occhio nudo...." 

"Bellatù, mi raccomando fai bei sogni....ma tieni i piedi per terra....questa è la base su cui fondare la tua altezza...."

sabato 4 maggio 2013

Innamoratevi così....

Oggi ho letto questa frase e voglio condividerla, perché credo sia importante innamorarsi della realtà e non di persone inesistenti che mai corrisponderanno alle nostre richieste. Parliamo, condividiamo e comunichiamo, chiediamo ciò che vogliamo invece di lamentarci semplicemente e continuamente di ciò che, fino ad oggi, non abbiamo trovato in un uomo o in una donna....

"Innamoratevi della persona, non del mito che da soli vi siete creati. Innamoratevi dei gesti, della presenza, delle manifestazioni d'amore, non di ciò che il vostro desiderio vorrebbe. Innamoratevi di qualcuno che esiste per davvero, anche al di fuori della vostra mente rapita. Innamoratevi così."
(Serena Santorelli)
 

lunedì 29 aprile 2013

Criminal Minds....non solo fantasia cinematografica purtroppo....!!!


Mi appassiona tantissimo Criminal Minds e adoro tutto ciò che riguarda il "profiling", incluso Shemar Moore (in arte Derek Morgan) che è decisamente un gran bel vedere in mezzo a tutti quei morti ammazzati....




....ma poi mi trovo a barricarmi dentro casa con tutte le luci accese e resto sveglia la notte a pensare....

Penso che certe cose non sono frutto della fantasia di registi cinematografici ma cronaca vera. 

Sto leggendo un libro sui serial killer, scritto da un giornalista e da un criminologo, e posso confermare che Criminal Minds è solo la trasposizione cinematografica di una crudele realtà. 

I serial killer esistono davvero. 

I pazzi scriteriati, traumatizzati da piccoli e con un patrimonio genetico da studiare al microscopio per trovare un antidoto, esistono davvero, e sono spesso persone normali, che vivono dietro casa nostra, che frequentano i supermercati, i parchi, le chiese, gli uffici....il postino, il lattaio...gente NORMALE o almeno considerata come tale.




Poi mi dico che esagero, che certo non sarà un profilo facebook o una bolletta della luce a farmi perseguitare da un serial killer e poi magari accendo la tv o ascolto la radio e tutto diventa reale: ex fidanzati che stuprano e uccidono le donne che li hanno mollati, ex mariti che assoldano criminali per buttare acido in faccia alle proprie ex, madri che assassinano le figliolette e poi si tolgono la vita, figli che murano il cadavere del padre dentro casa, attentatori che lasciano bombe agli angoli delle strade...




Io stessa sono stata pedinata da uno sconosciuto, una sera mentre rientravo a casa e successivamente ho subito stalking da un mio ex che dichiarava di amarmi follemente....esatto....follemente....

Dunque mi chiedo quanto la realtà superi la fantasia, e quanto la malattia possa dare origine ad una follia tale da trasformare un essere umano in una macchina da guerra, senza pietà, senza cuore, senza scrupoli...




Premetto che non smetterò comunque di guardare Criminal Minds, nè smetterò di leggere i libri sui serial killer e sul profiling perchè, per quanto siano sconvolgenti, e spesso mi facciano trascorrere la notte in bianco, in un certo senso è grazie a questa mia passione che mi sono salvata sia dal pedinatore serale (o seriale) che dallo stalker sentimentale.

Proprio per questo ne consiglio la visione a tutte le donne. Non per alimentare le ansie o il panico o le fobie, ma solo per diventare più consapevoli, più attente, più brave ad interpretare e proteggersi da un mondo che spesso, purtroppo, si rivela più crudele e più pericoloso di qualsiasi fantasia hollywoodiana....

lunedì 15 aprile 2013

Riflessioni del Lunedì....


"......siamo liberi pensatori e liberi esseri spirituali in un corpo umano utilizzato per sperimentare questa vita terrena, non ci servono le zavorre che ci impediscono di volare alto, darci un valore e dirci che - nonostante tutto - ci amiamo e ci accettiamo per ciò che siamo....questo mondo moderno, fasullo e pieno di contraddizioni, non fa altro che appesantirci di doveri, di obblighi di sensi di colpa e tutti rivolti all'esterno, lo fanno in nome del denaro, dell'onestà e tirando in ballo valori che nulla hanno a che fare con quelli che sono i veri valori dell'essere umano: il rispetto di sè e la crescita spirituale.

non si vive di solo pane, diceva un capellone famoso ;) e aggiungo non si vive nemmeno di solo denaro, lavoro, fatica e doveri sociali. siamo molto più di quanto noi stessi vogliamo credere e dobbiamo vedere noi stessi avvolti da questa luce del potere divino che è dentro e fuori di noi e ricordarci che, se saremo fedeli a noi stessi, il mondo - TUTTO IL MONDO -  ci sorriderà, mettendoci davanti solo ciò che è meglio per noi...."

Robidò - piccolo principe in costante ricerca, studente del karma in costante evoluzione, libero pensatore


sabato 8 dicembre 2012

Vi rivelo la mia identità: Sì lo confesso, sono un'idealista!!!


Non ci voglio credere. e ancora una volta rivelo la mia identità: sono un'idealista. sono una di quelle persone che crede ancora che l'unione faccia la forza e che se vogliamo cambiare il mondo, allora il mondo può cambiare...solo perchè il desiderio comune di vederlo migliorare e diventare davvero a misura d'uomo si trasformerà in realtà. è la noetica, la forza del pensiero sposta le montagne.

Eppure ancora c'è qualcuno che mi dice : gli italiani non cambiano. gli italiani, popolo di imbroglioni, di mafiosi, di corrotti, gli italiani non "brava gente", gli italiani che ancora buttano la carta per terra e lasciano il rubinetto aperto mentre si lavano i denti....gli italiani....che generano figli maleducati, perchè è troppo difficile dare il buon esempio....questi italiani che chissà se andranno a votare il 12 giugno per dire a tutto il mondo che le cose possono cambiare, per dare un segnale tutti insieme di unità, di speranza, di forza e di civiltà....



Ero un'esterofila. per certi versi lo sono ancora. credo che nel mondo ci siano tanti posti migliori di questo.tante persone migliori di queste. tante realtà sicuramente più vivibili nelle quali crescere i miei,chissàseliavròmai, figli. ma, pur amando ancora l'estero e tutte le sue meraviglie, le lingue, i profumi e i colori, le persone e la loro civiltà, sono convinta che la fuga di cervelli e di braccia sia inutile. è inutile andare a cercare dall'altra parte del mondo una serenità ed una pace interiore che ancora non abbiamo raggiunto, dentro di noi appunto...ed è solo qui che potremo trovarla, dedicandoci a migliorare, con le nostre idee migliori, questo posto, questa italia, questa gente italiana...come si fa? con l'esempio, con l'educazione, con la comunicazione, attraverso tutti i mezzi pacifici di informazione, per il semplice desiderio di informare e condividere....senza violentare nessuno con le nostre voci stridule e le nostre urla isteriche....

Credo ancora nelle persone. credo ancora nella scintilla dentro al cuore di ognuno di noi, quella scintilla che ci fa sentire uniti, forti dello sguardo dell'altro perchè abbiamo un ideale comune che è il vivere meglio, creare una società migliore per i nostri figli, creare una società migliore per noi stessi, e diventare noi, perchè no, persone migliori...io ci credo ancora...e voi???