Io accetto totalmente l'essere umano, così com'è, perchè solo in questo modo si può trasformare.
Certo, io ti accetto così come sei, ma il mio accettarti non significa che devi rimanere come sei: la mia accettazione significa che comunque tu sia, io ti rispetto, ti amo....

Io sto tentando un metodo totalmente diverso. Ti accetto così come sei, ma questo non significa che voglio che tu rimanga come sei. Ti amo come sei, ma ti amo perchè in te hai un enorme potenziale, una possibilità infinita di crescita: basta solo un piccolo sforzo, e puoi diventare luce per te stesso. (Osho)

lunedì 18 aprile 2011

Le relazioni sono come il pranzo di Natale...

E’ nel tempo che si costruiscono le relazioni.

Quelle vere, destinate a durare anche una vita. Si costruiscono nel tempo perché nel tempo le persone imparano a fidarsi, a lasciarsi andare, ad aprire il proprio cuore e confidare i segreti più nascosti, lasciando andare le paure e liberandosi.




Non parlo solo di amore, ma di relazioni. Parlo anche di amicizia.

Troppo spesso in questo mondo che si muove alla velocità della luce, le persone tendono a bruciare le tappe, fidarsi subito e lasciarsi andare subito e poi rimanere ustionati da relazioni fasulle, basate sul niente.


Invece bisogna tornare indietro, tornare a quei tempi in cui lentamente ci si muove l’uno verso l’altro, in cui ci si scopre piano piano, in cui ci si affida giorno per giorno all’altro. Solo così si costruiscono basi solide, destinate a non crollare con un soffio di vento.

Nella vita, nella modernità di questa vita le relazioni sono veloci, come il “take away”, come il fast food, mangiamo e ci saziamo subito, riempiendoci il cuore affamato di quella voglia di affetto e complicità, ma non ci accorgiamo che quello che ci resta poi altro non è che junk food: senza sostanze, pieno di tossine, un pane che non sazia fino in fondo ma lascia il vuoto di una fame chimica, insaziabile.

Credo che questo modo di relazionarci sia frutto della società moderna, basata su lavori finti, finta eleganza, finta ricchezza, finta cultura, siamo tutti approssimativi nella nostra vita e lo siamo anche nelle relazioni. Riversiamo tutte le nostre aspettative su rapporti nei quali non ci impegniamo a sufficienza perché diamo per scontato amore, affetto e complicità, ma in tutto questo non c’è niente di scontato.

Relazionarsi non è andare al fast food, relazionarsi è il pranzo di Natale, dove ci si sveglia presto per stendere la pasta e preparare il ragù, apparecchiare la tavola e rendere tutto magico e speciale.

Molte persone si limitano a “darci da mangiare”, somministrarci un piatto caldo, un pasto dimenticandosi di accompagnare questo gesto con la semplicità della verità e dell’impegno. L’impegno e la verità è questo il vero cibo, quello che manca nei rapporti, quello che ci impedisce, alla fine, di sentirci felici in mezzo agli altri. Riflettiamoci.

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