Voglio che tu sappia
Una cosa.
Tu sai com’è questa cosa:
se guardo
la luna di cristallo, il ramo rosso
del lento autunno alla mia finestra,
se tocco
vicino al fuoco
l’impalpabile cenere
o il rugoso corpo della legna,
tutto mi conduce a te,
come se ciò che esiste
aromi, luce, metalli,
fossero piccole navi che vanno
verso le tue isole che m’attendono.
Orbene,
se a poco a poco cessi di amarmi
cesserò d’amarti poco a poco.
"Se d’improvviso
mi dimentichi,
non cercarmi,
chè già ti avrò dimenticata"
Se consideri lungo e pazzo
il vento di bandiere
Che passa per la mia vita
e ti decidi
a lasciarmi sulla riva
del cuore in cui ho le radici,
pensa
che in quel giorno,
in quell’ora,
leverò in alto le braccia
e le mie radici usciranno
a cercare altra terra.
Ma
se ogni giorno,
ogni ora
senti che a me sei destinata
con dolcezza implacabile.
Se ogni giorno sale
alle tue labbra un fiore a cercarmi,
ahi, amor mio, ahi mia,
in me tutto quel fuoco si ripete,
in me nulla si spegne né si dimentica,
il mio amore si nutre del tuo amore, amata,
e finchè tu vivrai starà tra le tue braccia
senza uscire dalle mie.
(Pablo Neruda, Se tu mi dimentichi)
"Ciò che è fuori è anche dentro; e ciò che non è dentro non è da nessuna parte. Per questo viaggiare non serve. Se uno non ha niente dentro, non troverà mai niente fuori. E' inutile andare a cercare nel mondo quel che non si riesce a trovare dentro di sé"
Pablo Neruda
sabato 12 febbraio 2011
Pablo Neruda - Se tu mi dimentichi
giovedì 3 febbraio 2011
Pelle...
Il cuore, la testa, la pancia….
Ma la pelle è l’organo più grande del corpo umano e nessuno ne parla.
Invece le emozioni si vivono a pelle. Si toccano, si sfiorano, si sentono, si trasmettono attraverso la pelle. Parliamo anche dei brividi, e di quei brividi che come reazione ti danno il vuoto nella pancia…
Capita spesso di parlare con le persone e sentirle dire : io non sento niente. Capita spesso di incontrare delle persone che hanno paura del contatto, paura di essere toccate e paura di toccare gli altri, perché “sconosciuti”.
Credo che tanto dipenda dalla paranoia di ammalarsi, di far entrare un altro nel nostro spazio vitale, temiamo il “contagio” come se l’umanità degli altri potesse in qualche modo infettare la nostra “individualità”, la nostra voglia di solitudine e di isolamento.
Siamo così soli. Siamo così poco vicini agli altri. Siamo così poco vicini a noi stessi, alla nostra essenza.
Le nostre facce si induriscono quando camminiamo in mezzo agli altri, in fila alle poste ci isoliamo, non comunichiamo più, non prendiamo l’autobus e quando siamo in macchina siamo accaniti, sempre di corsa, facciamo una gara con il tempo e con il destino, sembra sempre che da noi dipenda il futuro dell’universo, come se dovessimo disinnescare chissà quale bomba pronta ad esplodere: faccia seria, fretta, nessuna possibilità di entrare in contatto con il prossimo. Abbiamo una missione da compiere, non c’è tempo. Figuriamoci se in questo scenario abbiamo tempo di far entrare la nostra pelle in contatto con altra pelle…
La pelle è nascosta, dentro guanti a doppio strato, nelle tasche dei jeans, dentro un giaccone, oppure direttamente tra le braccia, quando stiamo con le braccia incrociate davanti a chiunque provi ad entrare in contatto con noi…
Eppure abbiamo molti contatti umani nelle nostre giornate piene. Lavoro, uffici, amici, figli, genitori, compagni…ma non permettiamo a nessuno di loro di avvicinarsi a noi. E’ come essere una cipolla, con più strati, permettiamo a ciascuno di penetrare uno strato a seconda dell’importanza che questa persona ha nella nostra vita. Ma nessuno a nessuno consente di arrivare al cuore, di penetrare l’ultimo strato, quello più importante, quello che ci permetterebbe di entrare in connessione “cuore a cuore”, “pelle a pelle”…
Spesso la sera ci organizziamo per vedere gli amici, un aperitivo, una chiacchierata, e ridiamo e parliamo e condividiamo pensieri, ma alla fine i nostri occhi non sorridono mai, le nostre mani non si toccano mai. Ma se le mani non si toccano e gli occhi non sorridono, quando rientriamo a casa stanchi dopo una serata definita “allegra e divertente” ci sentiamo soli, perché non siamo entrati in connessione, perché le nostre mani non hanno toccato altre mani e condiviso quel calore, quel brivido, quell’emozione.
Il nostro organo più grande : la pelle, non ha svolto la sua funzione più bella, quella dello scambio, con altra pelle, quella capace di emozionare tutti gli altri organi ritenuti gli unici responsabili delle emozioni e dell’amore : il cuore, il cervello, la pancia…ma che senza la pelle non proveranno mai nulla di vero, niente di reale.
martedì 1 febbraio 2011
Donne che amano troppo poco se stesse....
Uomini che hanno preso la vita di queste donne e l’hanno buttata via come carta straccia, uomini che non si sono fatti alcuno scrupolo e hanno tradito la loro fiducia.
Uomini che hanno reso la vita di una donna forte un inferno. Lasciandole dentro un vuoto incolmabile e una paura inconsolabile. Creandole paure che prima lei nemmeno sapeva esistessero, facendole temere addirittura la propria ombra, rendendo i rumori, che prima le erano familiari, simili a bombardamenti nella notte.
Uomini, che hanno ancora il coraggio di farsi chiamare così, ma che non hanno niente a che fare con gli uomini, quegli uomini veri che amano, proteggono, desiderano e abbracciano delicatamente la propria donna. Quegli uomini che sussurrano le onde del mare e i baci sul collo per farlo vibrare, quegli uomini che hanno mani grandi per accarezzare, quegli uomini che hanno un sorriso che sa dare sicurezza e sa consolare, quegli uomini che hanno un cuore per amare…
Per tutti gli uomini che conoscono uomini-bestie, non lasciate che questi uomini-bestie raccontino la vita delle donne, non lasciate inascoltata la voce del cuore e dell’anima straziata di donne che meritano invece di essere amate profondamente, donne che meritano di ridere.
E per tutte quelle donne che amano troppo chi non merita amore, donne che smettono di rispettare sé stesse e le altre donne, e che facendo finta di niente vanno avanti.
Donne che perdonano, non denunciano e che soprattutto credono di poter cambiare gli uomini-bestie in uomini, non raccontatevi storie a lieto fine, sono tutte creazioni di una fantasia bambina che desidera essere amata e considerata, e che trasforma un ceffone in una carezza pur di essere toccata…ma le carezze non sanguinano, le carezze ci fanno sorridere, le carezze ci fanno sognare, nessuno schiaffo potrà mai trasformarsi in carezza, anche se travestito dai migliori sentimenti, brucerà comunque sulla pelle livida e contorta dal dolore…. Vi abbraccio tutte e vi grido : abbiate il coraggio di amare voi stesse più di ogni cosa e persona al mondo!!!