Io accetto totalmente l'essere umano, così com'è, perchè solo in questo modo si può trasformare.
Certo, io ti accetto così come sei, ma il mio accettarti non significa che devi rimanere come sei: la mia accettazione significa che comunque tu sia, io ti rispetto, ti amo....

Io sto tentando un metodo totalmente diverso. Ti accetto così come sei, ma questo non significa che voglio che tu rimanga come sei. Ti amo come sei, ma ti amo perchè in te hai un enorme potenziale, una possibilità infinita di crescita: basta solo un piccolo sforzo, e puoi diventare luce per te stesso. (Osho)

giovedì 21 aprile 2011

Un euro per ....qualsiasi cosa...1000 euro per un culo d'oro!

Siamo circondati!
Accendi la TV, la radio, compri i giornali, nei cartelloni pubblicitari, tutti chiedono soldi per rendere felice qualcun altro. Siamo nel pianeta dei sensi di colpa, donne incinta fuori dal supermercato con bimbi scalzi al seguito, lavavetri ai semafori di ogni strada dotata di un semaforo, venditori di rose surgelate, associazioni di volontariato, tutti che per "sorridere" ti chiedono soldi....ma è possibile che il mio euro (o i miei 10 o 20 euro al giorno...se dessi retta a tutti quelli che li chiedono) possa salvare il mondo, sterilizzare un litro d'acqua per i bambini africani, dare da mangiare all'altra parte dell'Africa e nessun altro fa niente??


Come è possibile che il mio euro da stipendiata part-time possa salvare il mondo dalla distruzione e che questa distruzione, causata da politiche sbagliate e da politici sbagliati che prendono stipendi da 30,ooo euro al mese più annessi e connessi, non possa invece trovare altrove intere cisterne di acqua pulita, interi villaggi con case, scuole e mercati, lavoro per tutti e salvezza per tutti???

Ho difficoltà a capire, sarà mica che vogliono infognarci nella guerra tra poveri?

Razzismo, xenofobia, povertà, immigrati, clandestini, analfabeti, fame, e tutto questo si può risolvere con il mio euro al semaforo...??? Pensate allora a cosa potrebbero fare 1,000 euro detratti dallo stipendio di ogni politico dalle chiappe d'oro e versato "spontaneamente" per mantenere una o addirittura 2 famiglie di povera gente...
Ho anche lo slogan: La politica sponsorizza la vita!!!
Cosa ne dite??
Interesserà a qualcuno???

Mi sa che questo genere di pubblicità non troverebbe nè giornali, nè radio, nè TV, nè tantomeno cartelloni stradali o addetti al volantinaggio ai semafori per essere diffusa e pubblicizzata....mi sa che rimarrà una mia idea e che lascerà solo altre domande in testa.....mi chiedo perchè mai...??? In fondo potrebbero avere anche loro in cambio una pianta di azalea, o addirittura una maglietta con il nome del bambino sponsorizzato : il partito X nel nome del politico Y sponsorizza Giovanni Puddu, bambino che vive in una condizione di analfabetismo e povertà ai margini della società per garantirgli un futuro non da calciatore o velina ....non è mica una cosa brutta....o no???

lunedì 18 aprile 2011

Le relazioni sono come il pranzo di Natale...

E’ nel tempo che si costruiscono le relazioni.

Quelle vere, destinate a durare anche una vita. Si costruiscono nel tempo perché nel tempo le persone imparano a fidarsi, a lasciarsi andare, ad aprire il proprio cuore e confidare i segreti più nascosti, lasciando andare le paure e liberandosi.




Non parlo solo di amore, ma di relazioni. Parlo anche di amicizia.

Troppo spesso in questo mondo che si muove alla velocità della luce, le persone tendono a bruciare le tappe, fidarsi subito e lasciarsi andare subito e poi rimanere ustionati da relazioni fasulle, basate sul niente.


Invece bisogna tornare indietro, tornare a quei tempi in cui lentamente ci si muove l’uno verso l’altro, in cui ci si scopre piano piano, in cui ci si affida giorno per giorno all’altro. Solo così si costruiscono basi solide, destinate a non crollare con un soffio di vento.

Nella vita, nella modernità di questa vita le relazioni sono veloci, come il “take away”, come il fast food, mangiamo e ci saziamo subito, riempiendoci il cuore affamato di quella voglia di affetto e complicità, ma non ci accorgiamo che quello che ci resta poi altro non è che junk food: senza sostanze, pieno di tossine, un pane che non sazia fino in fondo ma lascia il vuoto di una fame chimica, insaziabile.

Credo che questo modo di relazionarci sia frutto della società moderna, basata su lavori finti, finta eleganza, finta ricchezza, finta cultura, siamo tutti approssimativi nella nostra vita e lo siamo anche nelle relazioni. Riversiamo tutte le nostre aspettative su rapporti nei quali non ci impegniamo a sufficienza perché diamo per scontato amore, affetto e complicità, ma in tutto questo non c’è niente di scontato.

Relazionarsi non è andare al fast food, relazionarsi è il pranzo di Natale, dove ci si sveglia presto per stendere la pasta e preparare il ragù, apparecchiare la tavola e rendere tutto magico e speciale.

Molte persone si limitano a “darci da mangiare”, somministrarci un piatto caldo, un pasto dimenticandosi di accompagnare questo gesto con la semplicità della verità e dell’impegno. L’impegno e la verità è questo il vero cibo, quello che manca nei rapporti, quello che ci impedisce, alla fine, di sentirci felici in mezzo agli altri. Riflettiamoci.