Riflettevo sulle relazioni umane, sugli errori che si commettono e su tutte quelle relazioni non andate in porto per chissà quale motivo.
Sono molte le donne che credono di essere sbagliate, di aver sempre fatto scelte sbagliate, di essersi lasciate abbindolare da relazioni fasulle, da “bugiardi” che hanno saputo raccontare la storia giusta al momento giusto e loro, prese da una sindrome a scelta tra quella della crocerossina, di cenerentola, della schiava, non hanno saputo difendersi da queste relazioni. Dimenticando però che gli uomini non sono tutti uguali.
Molti uomini invece, traditi dal loro primo ed unico amore sul quale hanno riposto tutte le speranze e i sogni di una vita, dimenticano come si fa ad amare. Anche loro dimenticano che le donne non sono tutte uguali e chiudono a chiave il proprio cuore, lo mettono in una cassetta di sicurezza e lo ibernano per il resto della vita. Vivendo per contro tante relazioni, tutte superficiali perché incapaci di lasciarsi andare, ancora, a quella cosa che li ha pugnalati alle spalle e che si chiama amore.
In realtà la verità è un’altra: non esistono persone sbagliate, uomini sbagliati, donne sbagliate ma sono le maschere indossate che portano inevitabilmente alla fine di un rapporto. Sono le maschere indossate che ci condizionano al punto da renderci addirittura diversi da noi stessi.
Questo significa che TUTTI noi indossiamo una maschera a seconda delle situazioni che viviamo, a seconda dei rapporti che creiamo con il prossimo. Ma soprattutto indossiamo una maschera prima di tutto con noi stessi.
Noi donne amiamo dare la colpa agli uomini perché questo ci deresponsabilizza e ci fa sentire più forti, o meglio sostiene il nostro ruolo di donne indifese abbindolate da “storie” fasulle che ci vengono raccontate. Gli uomini d’altro canto amano dare la colpa alle donne, troppo piagnucolose, troppo pretenziose, troppo esigenti, donne che vogliono le risposte a tutte le domande ancora prima di averle fatte.
E’ di questo che parliamo infatti, del fatto che ogni persona alla fine indossa una maschera prima di tutto per raccontarsi delle verità in cui credere. Queste verità però rischiano di essere un alibi per non vivere la vita ma semplicemente per raccontarsi la versione della vita che ci piace di più.
Un uomo non ci ama ma ci guarda con affetto ed ecco che noi riponiamo in lui tutte le speranze e tutti i sogni e ogni suo gesto diventa un momento magico, reale solo nella nostra testa.
Una donna vi sorride e vi dice che va tutto bene, ed ecco che ci si sente autorizzati a credere che ogni nostra azione verrà compresa, giustificata e sostenuta.
In realtà entrambe le versioni fanno parte di quell’innumerevole quantità di maschere che ogni giorno indossiamo per relazionarci con gli altri, per relazionarci con noi stessi, per non accettare delle verità che troppo spesso ci metterebbero davanti a situazioni in cui assumerci la responsabilità totale di ogni pensiero e azione.
Senza maschera saremmo costretti a dire la verità, ad essere noi stessi, a non nasconderci più. Senza tutte quelle maschere che condizionano le nostre azioni, nel bene e nel male.
Non ci rendiamo conto che spesso indossiamo una maschera perché non siamo capaci di attribuirci il giusto valore, fingiamo di essere altre persone perché riponiamo sugli altri tutte le nostre aspettative, chiediamo agli altri di darci un valore e quando queste aspettative vengono deluse, crediamo di essere noi la delusione e ci svalutiamo. Non ci rendiamo conto però che il valore di ognuno di noi non può venire dagli altri. Nessuno può darci un valore se non noi stessi.
Ma quindi quando Oscar Wilde diceva “Ogni uomo mente, ma dategli una maschera e sarà sincero” aveva ragione?
La maschera di cui parla Wilde, al contrario è quella vera, quella di carnevale, quella del travestimento, una maschera dietro la quale celare il proprio volto e quindi sentirsi liberi di essere veri, senza temere il giudizio degli altri.
Anche queste sono maschere che indossiamo ogni giorno: quando passiamo il tempo libero sui network, quando lavoriamo dietro ad un telefono, dietro ad un computer.
Ci sono persone talmente abituate a relazionarsi con gli altri da dietro uno schermo, da non riuscire ad essere se stesse quando le si incontra dal vivo. Persone brillanti capaci di dare tantissimo a parole, in una chat, ma totalmente incapaci di stabilire un contatto umano e di dare altrettanto in un rapporto non virtuale…ma forse questa è un’altra storia…
Ma cosa nascondono queste maschere?
Come diceva Renato Zero: dietro questa maschera c’è un uomo, ...lo sai ci sono io…
E il mio amico Enrico mi chiede: ma se invece fossero le maschere a farci incontrare e farci innamorare e con il tempo, queste maschere si deteriorassero facendo uscire allo scoperto quello che realmente siamo???
3 commenti:
La cosa piu' complessa è capire se la maschera ci serve per proteggerci o solo perchè senza accorgercene ce la siamo creata per non deludere gli altri!
Io ho la faccia da culo,è una maschera anche quella??? :-))))))
Ciao cugi,forse sabato veniamo giù!!
e io che credevo che fosse la tua faccia .... ahahahah :D Fantastico!!! vi aspetto bacio
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